Quale legame esiste tra tiroide e metabolismo che dovremmo considerare in rapporto al nostro modo di alimentarci e alla capacità di bruciare energia, e quindi di non accumulare grasso ed entrare in sovrappeso?
Lo vediamo in questo articolo dove spiego l’impatto dell’attività tiroidea sul metabolismo, e come possiamo stimolare questo importante regolatore endocrino per mantenere un peso forma, proprio attraverso l’alimentazione.
Cos’è la tiroide e quali sono le sue funzioni
La tiroide è un piccolo organo endocrino che si trova alla base del collo, adesa alla trachea, ed è di vitale importanza nella regolazione di molte aspetti dell’organismo quali:
- Sviluppo e crescita del feto
- Frequenza cardiaca e forza di contrazione del cuore
- Regolazione dell’apparato riproduttivo e delle funzioni sessuali
- Regolazione del metabolismo e del tessuto adiposo.
L’ormone tiroideo stabilisce il ritmo metabolico del nostro organismo
Entrando nel particolare possiamo affermare che il compito dell’ormone tiroideo, triiodotironina, è quello di stabilire il ritmo metabolico dell’intero organismo:
Questo significa che:
- se vi è tanto ormone tiroideo i consumi saranno elevati, al contrario prevarrà l’accumulo e i consumi saranno limitati.
Quindi, in linea generale possiamo affermare che la nostra tiroide è un termostato in grado di regolare i tassi di spreco e di risparmio energetico a parità di calorie assunte.
Come viene regolata l’attività della tiroide?
Il controllo dell’attività della tiroide avviene per mezzo del cosiddetto asse ipotalamo-ipofisi-tiroide, dove l’ipotalamo è il primo componente a entrare in gioco regolando la tiroide mediante l’ipofisi (ghiandola endocrina che si trova alla base del cranio).
Dunque è facile intuire che la tiroide è solo un “operaio” che esegue ordini che provengono dall’alto, ossia dal nostro cervello.
A far comunicare tra loro le diverse componenti dell’asse sono gli ormoni endocrini quali TRH e TSH emessi dall’ipotalamo.
In particolare, il primo ormone a entrare in gioco, secreto dall’ipotalamo, è il fattore di rilascio della tireotropina (TRH) che agisce sull’ipofisi.
Questa, stimolata dal TRH secerne la tireotropina (TSH) che – mediante la circolazione sanguigna – raggiunge la tiroide stimolandone la secrezione degli ormoni tiroidei (triiodotironina).
Cosa succede da un punto di vista metabolico?
L’ormone tiroideo modifica il tasso di trasformazione dell’energia chimica contenuta nel cibo in energia di pronto utilizzo muscolare.
In pratica: se si produce molto ormone tiroideo, molta dell’energia assunta con il cibo verrà sprecata sotto forma di calore.
Al contrario, se la secrezione è scarsa, la quantità di energia assunta verrà in gran parte accumulata in tessuto grasso.
Questo fatto documenta con estrema chiarezza che l’affermazione “una caloria è sempre una caloria” non è supportata da nessun presupposto scientifico, se inserita nel contesto del nostro meraviglioso ma complesso organismo.
Questa affermazione trova veridicità puramente fisica e termodinamica (l’energia non si crea né si distrugge ma si trasforma), ma se introduco 100 kcal il mio organismo può decidere, in relazione a fattori ambientali e ormonali, se accumularli tutti sotto forma di tessuto grasso o se accumularne solamente la metà e il restante disperderlo in calore.
È quindi evidente che una caloria prende destini diversi pur non violando le leggi fondamentali della termodinamica, ma con un profondo effetto in termini di peso corporeo e salute metabolica: un soggetto con una tiroide ben stimolata sarà più propenso a mantenere il peso forma poiché l’accumulo derivato dall’energia del cibo verrà in gran parte persa, al contrario, colui che soffre di ipotiroidismo (termine che indica un rallentamento dell’attività della tiroide) sarà propenso a ingrassare per l’effetto opposto.
Come possiamo stimolare l’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide per prevenire il sovrappeso
In questi termini è, quindi, molto importante capire come sia possibile stimolare l’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide per prevenire efficacemente il sovrappeso.
A questo proposito, vediamo di capire come funziona il meccanismo di stimolazione dell’ipotalamo.
La scoperta della Leptina, ormone che stimola l’ipotalamo (e quindi la tiroide) e che regola il senso di sazietà
Nel 1994 viene scoperta la leptina, all’Università della Pennsylvania, un’adipochina particolarmente importante per la regolazione delle risposte ipotalamiche di accumulo o di consumo energetico, capace di stimolare l’ipotalamo e quindi, di conseguenza, la tiroide.
La leptina inoltre, stimolando l’ipotalamo, è in grado di indurre il senso di sazietà che viene percepito subito dopo un pasto.
Il soggetto obeso, nonostante produca normali livelli di leptina, non usufruisce di un’attività efficiente e per questo viene chiamato obeso leptino-resistente.
La maggior parte dei soggetti obesi produce normali livelli di questa adipochina la quale, però, non mostra alcuna efficacia a livello ipotalamico con conseguente riduzione del senso di sazietà e iperalimentazione. Ecco perché aumenta il senso di fame e non ci si sente sazi.
È importante mantenere l’ipotalamo in modalità “consumo”
Lo studio della leptina ha dunque indicato una nuova strada che prescinde dagli apporti calorici per dare, invece, valore alla regolazione delle modalità di accumulo e consumo dell’organismo indotte dall’ipotalamo.
Il punto, dunque, non è quello di ridurre o aumentare le calorie, ciò che conta è porre l’ipotalamo in modalità “consumo” in modo da riportare le percentuali di grasso e muscolo corrette.
Restringere fortemente le calorie assunte, come avviene per moltissime diete fai da te o diffuse online, che promettono perdite di peso rapide, invia all’ipotalamo un segnale fuorviante al quale l’ipotalamo risponde con l’accumulo di grasso.
Infatti, in periodo di carenza e riduzione di introiti calorici, inevitabilmente si riducono anche i consumi con conseguente maggior tendenza ad accumulare tessuto grasso.
Se c’è benzina il metabolismo lavora, ma solo con alcuni cibi
Il primo segnale che va ad attivare l’ipotalamo è un adeguato apporto energetico: se c’è benzina il metabolismo lavora.
Ciò significa che la leptina prodotta stimola l’ipotalamo e di conseguenza la tiroide, incrementando i tassi di consumo indotti dagli ormoni tiroidei.
Tuttavia, mangiare in abbondanza presuppone il fatto che gli alimenti siano di qualità, dove per qualità si intendono gli alimenti naturali di cui l’uomo si è cibato nelle ultime migliaia di anni.
L’alimentazione naturale non può prevedere zucchero, farine raffinate, dolcificanti, conservanti e additivi.
Nessun animale è mai grasso in natura, con la sostanziale differenza che l’unico cibo che l’animale consuma è naturale.
Gli unici animali grassi sono quelli che condividono il cibo raffinato con l’uomo come gli animali domestici e degli zoo dove i bambini si divertono a lanciare pezzetti di merendine.
L’abbondanza di cibo sano non ha mai provocato nessun ingrassamento o danni metabolici a nessun animale.
In conclusione,
i centri cerebrali della sazietà fermano la fame se non disturbati da interferenti endocrini come zucchero, edulcoranti ecc., e aumentano i tassi di consumo mediante la stimolazione tiroidea.
Al contrario, gli alimenti industriali e raffinati lavorano sui centri cerebrali inducendo la ricerca compulsiva di nuovo cibo lavorato e la resistenza leptinica, instaurando una spirale incontrollabile.